Presunti maltrattamenti alla Scuola Allievi Guardia di Finanza, polemiche e smentite

La senatrice Ilaria Cucchi ha presentato un’interrogazione parlamentare su presunti maltrattamenti nella Scuola ispettori e sovrintendenti Guardia di Finanza dell’Aquila. Il Sindacato italiano autonomo finanzieri respinge le accuse di atti vessatori e sevizie.
La senatrice Ilaria Cucchi ha presentato un’interrogazione parlamentare su presunti maltrattamenti nella Scuola ispettori e sovrintendenti Guardia di Finanza dell’Aquila. Il Sindacato italiano autonomo finanzieri respinge le accuse di atti vessatori e sevizie.
Le segnalazioni, raccolte dal sindacato finanzieri democratici, parlano di presunte vessazioni fisiche e psicologiche ai danni degli allievi, “privazione del sonno, limitazioni nell’igiene, uso contingentato dell’acqua e condizioni di forte stress”. La senatrice Cucchi chiede chiarimenti urgenti e un’indagine approfondita che accerti eventuali violazioni. Nell’interrogazione si fa riferimento anche a un tasso di abbandono che avrebbe raggiunto il 10%. All’interrogazione annunciata dalla senatrice Cucchi fa eco il comunicato diffuso dalle consigliere comunali Simona Giannangeli (L’Aquila coraggiosa) e Stefania Pezzopane (Partito Democratico) “Chiederemo, con un’apposita interrogazione, che anche il Comune dell’Aquila, nella persona del sindaco, si impegni per fare chiarezza sul trattamento riservato alle allieve e agli allievi della Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza a Coppito”. Risponde il SIAF: “Affermazioni gravi e lesive della dignità e della professionalità del personale istruttore e della Guardia di Finanza“.
Il testo integrale della senatrice Cucchi
“Mi hanno fatto marciare con il ciclo, non mi hanno dato la possibilità di andare in bagno e ho marciato fin quando il sangue non mi scorreva sugli scarponi. È la denuncia di una giovane donna, che descrive un’esperienza agghiacciante, vissuta sulla propria pelle. Un’esperienza che ha lasciato dei segni destinati a rimanere a lungo. Lunghissimo. È una testimonianza che mi ha turbato, nel profondo, due volte. Perché parla di sevizie, abusi di potere, violenza di genere. E perché sotto accusa è un luogo che dovrebbe essere la più sicura garanzia dei diritti: una scuola. Un luogo volto all’educazione, in teoria. Nella pratica delle segnalazioni che mi sono arrivate, una palestra di disumanità. Parlo della scuola della Guardia di finanza, a Coppito. È tra quelle mura che troverebbe casa una lunga serie di “dettagli” degni del peggiore film horror. Docce fredde e ammuffite, cibo immangiabile, esercizi fisici estenuanti in condizioni estreme. Ne parlano voci isolate ma non solo. A pretendere spiegazioni è anche il Sindacato dei Finanzieri Democratici. Che ha più volte cercato di ottenere risposte dai vertici. Senza mai riuscirci.
Finora la scuola è rimasta avvolta in una nube di silenzio. Credo sia mio dovere mettermi al servizio per rimuoverla, fare il possibile per scoprire la verità. Ho presentato un’interrogazione parlamentare. Voglio vederci chiaro. Perché in una democrazia non sono tollerabili abusi. Né zone d’ombra. Men che meno se questi vanno di pari passo, tra le braccia dello Stato. Il governo Meloni deve fare subito piena luce sui presunti maltrattamenti nella Scuola della Guardia di Finanza di Coppito (Aquila). Le tantissime segnalazioni, raccolte dal Sindacato finanzieri democratici, parlano di presunte vessazioni fisiche e psicologiche ai danni degli allievi e delle allieve, come privazione del sonno, limitazioni nell’igiene, uso contingentato dell’acqua e condizioni di forte stress. In particolare, l’ultima testimonianza su una chat pubblica di una giovane donna è agghiacciante. Un’esperienza dura che ha lasciato dei segni destinati a rimanere a lungo, perché si parla di sevizie, abusi di potere, violenza di genere. Nella scuola c’è stato anche un tentativo di suicidio e il tasso di abbandono tra gli allievi e le allieve ha raggiunto il 10%. Ho presentato un’interrogazione urgente ai Ministri dell’Economia e delle Finanze e dell’Interno perché le zone d’ombra sono davvero troppe. Servono chiarimenti urgenti e un’indagine approfondita per accertare eventuali violazioni dei diritti fondamentali. In una democrazia non sono tollerabili abusi, men che meno se questi avvengono tra le braccia dello Stato”.
La risposta integrale del Sindacato Italiano Autonomo Finanzieri. “gravi e lesive della dignità e della professionalità del personale istruttore e della GdF le accuse di atti vessatori e sevizie nei confronti di allieve e allievi rivolte nei giorni scorsi alla Scuola Ispettori e Sovrintendenti”.
“La scrivente Organizzazione Sindacale ha appreso dagli organi d’informazione e dai social network l’attribuzione al personale istruttore della Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza dell’Aquila, di atti gravi e deprecabili a danno di una o più allievi in formazione, peraltro sfociati recentemente anche in un’interrogazione parlamentare da parte della Sen. Cucchi”, lo affermano Eliseo Taverna, Segretario Generale Nazionale e Antonio Cammarano, Vice Segretario Interregionale Abruzzo e Molise SIAF.

“In rappresentanza del personale e non, in servizio alla Scuola Ispettori e Sovrintendenti, molti dei quali appartenenti al quadro istruttore, di ogni ordine e grado, la scrivente Organizzazione Sindacale non può che stigmatizzare queste gravi e lesive affermazioni, che delineano e attribuiscono comportamenti deprecabili, peraltro verosimilmente mai accaduti, ovvero percepiti e riferiti pubblicamente in modo distorto e fuorviante rispetto alla realtà. Se andare a dormire alle 23.00 (ora del contrappello) ed iniziare le attività giornaliere alle 06.20 del mattino (inizio delle operazioni), essere soggetti a percorsi addestrativi e formativi con regole necessarie per la convivenza e l’addestramento di più di 3600 allievi poco più che ventenni, tipiche dei Corpi di Polizia e militari o addestrarsi fisicamente e studiare ogni giorno, nonché essere sottoposti ad orari stringenti e ad una cura della persona e dell’abbigliamento in modo particolarmente formale, così come peraltro previsto da regolamenti e percorsi consolidati nel corso degli anni, vuol dire vessare qualcuno allora dobbiamo fermarci a riflettere e capire che modello di formazione e addestramento realmente vogliamo e, soprattutto, che ispettori della Guardia di Finanza si vuol consegnare alla società ed alle numerose esigenze di sicurezza. Per quanto concerne le affermazioni fatte circa la totale indifferenza da parte degli istruttori verso allieve costrette a marciare in presenza di problemi fisiologici (ciclo mestruale) la scrivente Organizzazione Sindacale ha piena contezza, che in presenza di dismenorrea o di altri disagi similari, che creino difficoltà a svolgere le normali attività, della concessione, senza alcuna difficoltà – a richiesta delle interessate – del riposo medico presso la propria camera, concesso dal dirigente sanitario. In merito alla percentuale di rinunce al corso, infine, storicamente ogni anno si registrano entro i primi trenta giorni abbandoni da parte di aspiranti vincitori di concorso e le ragioni non sono certo attribuibili a trattamenti disumani gratuiti, distorti o vessatori, ma semplicemente al fatto che alcuni di loro realizzano e prendono atto, probabilmente, di non aver fatto la scelta giusta, rispetto alle proprie aspettative di vita ed anche agli sforzi importanti sotto l’aspetto fisico, intellettuale e delle rinunce personali, che sono chiamati a compiere per tre anni, per seguire un percorso formativo e addestrativo, che non è solo di studi universitari, come in diversi casi alcuni erroneamente immaginano, ma di formazione militare e di polizia con tutto ciò che ne consegue. Riteniamo che non serva nemmeno precisare ulteriori dettagli, ma lo scrupolo professionale e proprio l’attenzione che la scrivente Organizzazione Sindacale ha riposto finora e continua ogni giorno a riporre nelle tutele del personale, inclusi gli allievi, per i quali è più volte intervenuta al fine di far migliorare la qualità della loro permanenza nell’Istituto di formazione, impone di rammentare a coloro che oggi paventano aspetti asseritamente oscuri e distorti nei percorsi addestrativi, conditi da violenze e soprusi generalizzati, che la Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza addestra giovanissime e giovanissimi, spesso abituati ad una vita agiata e comoda ed ai quali l’impatto con un nuovo modello di vita può creare momentanei disorientamenti. Ragazzi che entrano nel Corpo più o meno in un’età post adolescenziale, con tutto ciò che fisiologicamente ne deriva, anche in termini di fragilità e dopo tre anni escono donne e uomini strutturati, nonché ispettori formati culturalmente e professionalmente per contrastare la criminalità organizzata, far fronte alle gravi devianze di ogni genere che si registrano nella società, nonché alle avversità a cui la vita e la peculiare professione scelta ogni giorno espone loro. La resilienza, la formazione ed il rigore morale, pertanto, sono elementi imprescindibili per ricoprire il peculiare e delicato ruolo al servizio della collettività. La scrivente Organizzazione Sindacale, alla luce del rilevante effetto mediatico che stanno assumendo tali gravi affermazioni, pertanto, si riserva d’intraprendere ogni necessaria iniziativa utile a tutelare il personale istruttore, di ogni ordine e grado, della Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza, chiamato ingiustamente ed in modo generalizzato in causa, la cui correttezza viene in questi giorni messa in seria discussione, con tutto ciò che ne consegue in termini di lesione e incisione della sfera professionale e morale”.