Offerte per messe e sacramenti, le nuove regole del Vaticano

14 aprile 2025 | 16:34
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Offerte per messe e sacramenti, le nuove regole del Vaticano

Offerte per messe e sacramenti, dal Vaticano arrivano nuove regole: “La Chiesa non è una dogana”.I sacerdoti non potranno richiedere nulla oltre a quanto eventualmente stabilito dall’autorità ecclesiastica competente.

Con un decreto approvato da Papa Francesco e firmato dal cardinale prefetto Lazzaro You Heung Sik, il Dicastero vaticano per il Clero introduce nuove regole per le offerte legate alle Messe con intenzioni particolari e ai sacramenti.

Il provvedimento, che entrerà in vigore il 20 aprile, Domenica di Pasqua, ha l’obiettivo di eliminare “talune prassi che, abusivamente, si sono verificate in vari luoghi” e che rischiano di snaturare il senso autentico dell’offerta e della partecipazione alla vita liturgica. Il decreto ribadisce che per la celebrazione dei sacramenti – dal battesimo al matrimonio, passando per le prime comunionii sacerdoti non possono richiedere nulla oltre a quanto eventualmente stabilito dall’autorità ecclesiastica competente. Le offerte, dunque, devono essere lasciate alla libera discrezione dei fedeli, nel rispetto del principio secondo cui “i più bisognosi non devono mai essere privati dell’aiuto dei sacramenti a motivo della povertà”. Un passaggio che il documento rafforza citando le parole di Papa Francesco nella Evangelii Gaudium: “La Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”.
Per quanto riguarda le Messe richieste con intenzioni particolari – per esempio in suffragio di defunti – il Vaticano raccomanda alle parrocchie di evitare, per quanto possibile, la celebrazione di Messe con più intenzioni cumulative. Laddove ciò non fosse evitabile, ad esempio per la carenza di sacerdoti o l’elevato numero di richieste, sarà consentito cumulare più offerte in una sola Messa solo a patto che tutti gli offerenti siano stati informati in modo chiaro e abbiano dato il loro consenso esplicito. In nessun caso tale consenso può essere dato per scontato. Anche in presenza di più offerte, il sacerdote potrà trattenere solo quella relativa a una singola intenzione: le altre andranno devolute a favore di “parrocchie in stato di necessità, specialmente nei paesi di missione”. Il decreto condanna anche la prassi, diffusa in alcune comunità, di elencare decine di nomi di defunti in una sola celebrazione, con il risultato di allungare eccessivamente la liturgia e compromettere il senso della Messa stessa. In questi casi, il Vaticano ricorda che la celebrazione di una Messa unica per più intenzioni è possibile solo nel rispetto del consenso di tutti gli offerenti.
Il provvedimento non intende scoraggiare l’offerta in sé, che anzi – si legge nel documento – “non solo sono approvate dalla Chiesa, ma da essa anche promosse”, in quanto espressione concreta della partecipazione dei fedeli al sacrificio eucaristico e strumento di sostegno economico per il mantenimento del clero. Ciò che si intende correggere, con chiarezza, sono le derive che trasformano l’offerta in un automatismo economico o, peggio, in un obbligo mascherato. Le nuove disposizioni, ispirate a maggiore giustizia e trasparenza, mirano a restituire centralità al significato spirituale della Messa e dei sacramenti, e a garantire che l’accesso alla vita liturgica sia realmente aperto a tutti, senza alcuna distinzione economica.

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