Orso trovato morto, insistere sulla strada della convivenza

14 aprile 2025 | 12:12
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Orso trovato morto, insistere sulla strada della convivenza

Il caso dell’orso trovato morto appena fuori il Parco Sirente Velino, e la necessità di insistere su un modello per cui l’Abruzzo ha fatto scuola

Orso trovato morto, il giorno dopo la brutta notizia del ritrovamento della carcassa di un esemplare nel territorio di Ortona dei Marsi, appena fuori il Parco Sirente Velino, si ragiona sul modello abruzzese della convivenza tra uomo e plantigradi.

Il sentiero è stato aperto in Abruzzo, con convinzione e lungimiranza, sia dal Parco regionale Sirente Velino che quello nazionale d’Abruzzo Lazio Molise. Si dovrà ora fare luce, attraverso gli esami dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo, sulle cause della morte dell’orso, anche se dalle prime verifiche sembra esclusa la natura violenta, compresi i colpi d’arma di fuoco. Sarà anche battuto il territorio per accertarsi che non siano stati disposte esche avvelenate.

La circostanza che la carcassa dell’orso sia stata rinvenuta in un’area di collegamento, un corridoio tra i due Parchi – di fatto in un territorio né dell’uno dell’altro – induce i dirigenti e gli esperti a promuovere e a continuare a lavorare un modello che agli standard di protezione “alti” delle aree protette affianca una collaborazione più sfumata ma comunque stringente da attuare in altre aree, prossime. In una nota il Parco Sirente Velino ha sottolineato “l’importanza del corridoio di collegamento tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco Regionale Sirente Velino, dove nel corso degli ultimi anni sono aumentati gli avvistamenti e le segnalazioni di esemplari di orso”.

Aree di tutela a gradi ma senza mai abbassare la guardia, e soprattutto collaborazione da parte della popolazione. Se è impensabile rinchiudere gli orsi nei Parchi, è della popolazione che serve il supporto per proteggere i plantigradi, rendendo quindi onore alla scelta di fare dell’orso marsicano un simbolo dell’Abruzzo.

In un incontro organizzato di recente proprio sull’aspetto delle strategie da adottare per favorire la convivenza con l’orso, il presidente del Parco Sirente Velino Francesco D’Amore ha spiegato che l’orso è una specie protetta, per questo dobbiamo imparare a gestire la sua presenza, mettendo in essere tutta una serie di azioni. Il parco fa la sua parte, i Carabinieri Forestali la loro e i cittadini stessi devono adottare una serie di comportamenti preventivi. La gestione che il Parco sta portando avanti è finalizzata a raggiungere e promuovere l’equilibrio ambientale, attraverso la convivenza con l’orso: una convivenza che si raggiunge anche e soprattutto informando la popolazione sui comportamenti da tenere.

In quell’occasione Paola Morini, biologa dell’Ufficio scientifico del Parco, disse che “i plantigradi che frequentano questo territorio sono riconducibili all’orso bruno marsicano, una sottospecie con caratteristiche uniche rispetto all’orso alpino: ha dimensioni inferiori, il muso un po’ più corto e schiacciato ed è più mansueto. È una specie a priorità di conservazione e la Regione Abruzzo con la legge regionale del 2016 lo ha identificato come animale simbolo del territorio regionale”.

Ieri dopo il caso dell’orso trovato morto il presidente D’Amore ha dichiarato: “Visto l’esiguo numero di esemplari di orso Marsicanoed il grande lavoro che i parchi in Abruzzo svolgono al fine di far crescere la popolazione del plantigrado, scongiurandone l’estinzione, ci auguriamo che venga riscontrata una causa naturale all’origine di questa tragedia. Sarebbe davvero triste se una responsabilità umana ne fosse la ragione!”

I censimenti risalgono a diversi anni fa, ma le stime – che gli esperti invitano a prendere con cautela – parlano di oltre sessante esemplari complessivi di orso bruno marsicano.Gran parte di questi sta nel PNALM, tre nel Parco Sirente Velino. Ma la divisione “territoriale” ha poco senso perché, come dice al Capoluogo il direttore del PNALM Luciano Sammarone “la popolazione è unica e gli animali si spostano sul territorio. La zona in cui l’orso ieri è stato ritrovato una delle più delicate, di connessione tra due aree protette in cui gli esemplari stanno bene. Che il fatto si sia verificato in questa zona cuscinetto, quindi controllata e monitorata, è importante perché conferma che l’attenzione deve essere alta, che serve il contributo di tutto per garantire un’adeguata conservazione della specie. Di certo la situazione è migliorata rispetto ad anni fa, anche se c’è ancora da fare”.

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