Morte Stefano Lanciani, fratello vede video omicidio: “Mio Dio, non sono io”

18 aprile 2025 | 09:27
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Morte Stefano Lanciani, fratello vede video omicidio: “Mio Dio, non sono io”

“Com’è possibile che ho fatto questo?” Il fratello di Stefano Lanciani ha visto in carcere il video della violenta aggressione. Dopo lo choc, il rimorso.

È stato mostrato al fratello di Stefano Lanciani, il video di 8 minuti in cui sono inequivocabili i passaggi dell’auto sul corpo del fratello. “Com’è possibile che ho fatto questo?” Dopo lo choc, il rimorso per quanto fatto

Gli avvocati di Davide Lanciani, Franco Colucci e Alessandro Fanelli hanno mostrato al loro assistito il video girato da un testimone durante le fasi dell’omicidio. L’uomo è passato più volte sul corpo del fratello, il professore Stefano Lanciani, dopo la violenta aggressione avvenuta lo scorso 25 marzo. In tutto sono cinque gli spezzoni che ne hanno immortalato l’azione omicidiaria, per un totale di quasi otto minuti di girato. Il video è stato realizzato da un testimone, rimasto suo malgrado coinvolto nel tamponamento provocato dall’omicida, prima che quest’ultimo scendesse dalla sua auto, prendesse a martellate la vittima per poi risalire in macchina e passargli sul corpo fino a cinque volte, tra le urla di terrore di chi nel frattempo sopraggiungeva in via Peltuinum a L’Aquila. Come riporta Il Centro, l’omicidio si è consumato in due fasi: prima infatti, il duello, a sportellate, con l’auto dell’omicida che affianca quella della vittima e costringendola ad accostarsi. Poi il confronto fisico tra i due, entrambi scesi dalle rispettive vetture, con Davide Lanciani che aggredisce il fratello Stefano utilizzando un martello. Infine gli investimenti, con la vittima ormai a terra a bordo strada, tramortita dai colpi ricevuti, e l’omicida che a quel punto monta in macchina, ingrana la prima, e affonda sull’acceleratore in direzione della sagoma del fratello, travolgendolo una prima volta. Quindi una seconda, in retromarcia. Lo farà fino a cinque volte, anche prendendo la rincorsa, con il corpo del 59enne che resta incastrato nella parte inferiore della Polo in uso all’assassino, e poi sbalzato nella stradina sottostante. L’auto dell’omicida resta invece sospesa nel vuoto, a cavallo tra le due strade. Così il 55enne scende dall’auto, controlla la posizione del fratello, la cui sagoma giaceva straziata al di sotto della vettura, poi risale ancora una volta in macchina accelerando quel tanto che basta affinché la vettura cada di peso sul corpo del fratello, schiacciandolo. Infine, un’ultima rincorsa e il quinto, e ultimo, investimento. Quindi l’intervento di due finanzieri che si trovavano per caso sul posto,  che hanno intimato all’assassino di non muoversi. Poi anche quello dei carabinieri, di fronte ai quali l’omicida avrebbe detto: “Quel pezzo di m… di mio fratello deve morire”. Infine l’arresto, mentre Stefano Lanciani è stato trasportato in ospedale in condizioni disperate, dove è morto un’ora dopo il suo arrivo.

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Gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Roberta D’Avolio, stanno scavando nel tentativo di far luce su ogni aspetto relativo alla vicenda per capire le motivazioni che hanno scatenato un’azione così violenta e aggressiva. In ballo ci sarebbe un’eredità contesa, stando almeno a quanto trapelato.

Stefano Lanciani