Don Franco Geremia, 70 anni di sacerdozio per il parroco simbolo di Civitella Roveto

Don Franco Geremia ha 94 anni e manda avanti due parrocchie. Civitella Roveto ha festeggiato i 70 anni di sacerdozio del suo parroco, punto di riferimento di un’intera comunità
Compirà 95 anni il 23 ottobre, di cui 70 passati in abiti da sacerdote. La comunità di Civitella Roveto ha celebrato qualche giorno fa il traguardo raggiunto dal suo parroco, Don Franco Geremia, una vita tra la gente, dentro e fuori la Chiesa.
Don Franco Geremia è uno di quei sacerdoti figli di un’altra epoca, precisamente il 1930.
Doveva ancora scoppiare la seconda guerra mondiale, dovevano nascere il rock’n roll o la RAI, dovevano inventare il computer, i telefonini, internet. Basterebbe questo sintetico elenco per cercare di tornare indietro nel tempo, immaginando la Sora che diede i natali al parroco, quando ancora era solo Franco ed era soprattutto solo un bambino.
Oggi Don Franco, all’età di 94 anni, regge ancora due parrocchie: quella di Civitella Roveto, piccolo comune della Marsica, e quella della frazione di Meta. Parrocchie che sono comprese nella Diocesi di Sora Cassino Aquino Pontecorvo e che lui, all’età di 75 anni, provò a lasciare dando le sue dimissioni. Fu l’allora vescovo Monsignor Brandolini a rispondergli in una lettera, “Starai al tuo posto fin quando la Provvidenza lo vorrà”. Dimissioni poi presentate anche al Vescovo successivo con il medesimo esito.
Un attestato di stima, di fiducia e un riconoscimento all’attaccamento al territorio che Don Franco ha maturato in tutti questi anni, diventando, giorno dopo giorno, un pilastro nella comunità di Civitella Roveto, non solo attraverso la sua azione religiosa sempre intensa, ma anche da promotore di iniziative e progetti dedicati ai giovani e agli anziani.
Contattato dalla redazione del Capoluogo nei giorni successivi ai festeggiamenti dei suoi fedeli per i 70 anni di sacerdozio, Don Franco ha voluto raccontare un episodio che porta nel cuore. “Dieci anni fa ci sono state le celebrazioni del 60esimo anniversario del nostro sacerdozio, per questo mi sono ritrovato con molti altri parroci alla tomba di San Pietro, in Vaticano. In quell’occasione, siamo stati ospiti nel ristorante di Santa Marta, dove va spesso il Papa. Naturalmente non eravamo al suo tavolo. Verso la fine del pranzo, il Cardinale Angelo Comastri, che era con noi, ci ha presentato al Papa. Riferendosi a me, disse al pontefice ‘Santità, chieda a questo sacerdote da quanto tempo è in parrocchia?’.
Io risposi, ‘Da più di 50 anni mando avanti la parrocchia di Civitella Roveto e più o meno dagli stessi anni gestisco anche quella di Meta’. Il Papa mi abbracciò e avvicinandosi al mio orecchio mi sussurrò: ‘Come hanno fatto a sopportarti?’. Un incontro speciale, che custodisco tra i miei ricordi più cari e che ha portato anche Papa Francesco a conoscere il grande affetto che può legare un parroco alla sua gente”.

Nato e cresciuto a Sora, Don Franco aveva una nonna originaria di Civitella Roveto, la parrocchia che lo ha accolto e che lui ha gestito per tutti questi anni. Poi si è spostato a Roma, quando ha incominciato il percorso di studi al Laterano.
I primi passi nel mondo parrocchiale, una volta rientrato dalla Capitale, li ha mossi proprio nel sorano: fino a quando è stato inviato nella Valle Roveto. Sono tre le chiese in cui celebra: la chiesa di San Giovanni Battista, la Chiesa della Madonna delle Grazie, all’altro lato di Civitella Roveto, e la Chiesa della Santissima Trinità di Meta.
Ancora oggi, mentre si avvicinano i 95 anni, Don Franco esce qualsiasi siano le condizioni meteo. “Questa mattina ho provato a suggerirgli di non uscire. Pioveva e tirava vento. Mi ha risposto: ‘Sto dentro la macchina, che può farmi il vento?’. Quando mi chiedono chi lo accompagna nelle sue uscite rispondo, rassegnata, che è lui ad accompagnare gli altri”, ci racconta la cugina. Naturalmente, quando i viaggi sono importanti il sacerdote viene accompagnato o da familiari o da altri sacerdoti.
In una video intervista di Camerascura pubblicata su YouTube, Don Franco ripercorre anche il momento in cui mise al corrente la sua famiglia della sua decisione di diventare sacerdote. “Ci pensavo fin da piccolo, ma quando espressi questo desiderio ai miei familiari mia madre ne fu veramente felice, così come molti parenti tra nonni, sorelle, fratelli, zii…mio padre invece era un po’ contrario e, avendo un’impresa edile, avrebbe preferito diventassi ingegnere o comunque intraprendessi una strada che mi portasse poi ad aiutarlo nell’attività”.
Tuttavia, Don Franco fu ostinato e così entrò in seminario, superando la distanza dalla madre, a cui era particolarmente legato. Un’ostinazione che lo ha accompagnato sempre, negli anni, fin da quando nel 1958 gli fu affidata la Parrocchia di Civitella Roveto, da dove ha anche promosso tre Congressi Eucaristici, l’ultimo dei quali nel 2021.
Qui, circa 40 anni fa, ha promosso anche l’apertura di una Casa di riposo e di una scuola materna in località Peschiera. Così come si è sempre impegnato per i giovani creando spazi d’aggregazione: dalla sala catechistica a un campetto da calcio coperto, a uso gratuito. Ricorda ancora sua cugina, che lo assiste nella quotidianità,“Quando era più giovane andava lui stesso a giocare a calcio insieme ai ragazzi, perché è sempre stato pieno di vita ed ha sempre amato lo sport. Pensate che quando qui in Valle Roveto, diversi anni fa, si è iniziato a parlare di droga, Don Franco disse: ‘Vogliamo allontanare i ragazzi da questa idea? Facciamolo! Con sport e cultura”.
Questo è Don Franco, la voce pacata ma ferma, una grande prontezza di spirito, una saggezza tipica di chi ne ha viste tante. Un “ragazzo normale”, come si è auto-definito raccontatosi, diventato uomo di Chiesa e, soprattutto, un parroco amato anche al di fuori della sua comunità.