Quattro Cantoni, via i ponteggi dal Convitto Nazionale

Via i ponteggi dall’aggregato dei Quattro Cantoni, il complesso edilizio che ospitava anche il Convitto Nazionale Cotugno: verso fine lavori
L’AQUILA – L’esterno del Convitto Nazionale Cotugno, ai Quattro Cantoni, torna visibile. Iniziata la rimozione dei ponteggi.
CONVITTO NAZIONALE – Un altro “pezzetto” dell’Aquila post sisma torna al suo splendore. Non sono passate inosservate, infatti, le operazione di rimozione dei ponteggi ai Quattro Cantoni, al complesso edilizio che comprende anche gli storici locali del Gran Caffè Eden, la scala di accesso alla Biblioteca provinciale ‘Salvatore Tommasi’, l’ingresso al cortile principale del Convitto nazionale, la sede dell’ex Camera di Commercio e i portici esterni di Corso Umberto e Corso Vittorio Emanuele.
I lavori del complesso edilizio, appaltati dal Provveditorato alle Opere Pubbliche e consegnati nel 2022, sono stati finanziati dalle delibere del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipe) numero 82 del 2009 e numero 44 del 2012. L’importo complessivo del maxi aggregato è di oltre 42 milioni di euro, di cui 20 milioni destinati al primo stralcio.

“La fine del cantiere – aveva sottolineato il presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, nel sopralluogo effettuato a ottobre 2024, durante il quale si è previsto di chiudere lo stralcio entro questa primavera – segnerà un momento importante per la comunità, a cui verrà riconsegnato un pezzo di storia nel cuore dell’Aquila. Auspichiamo una accelerazione anche per il secondo lotto, la struttura che ospitava il liceo Classico, gli uffici della Provincia dell’Aquila e la biblioteca provinciale. Sono sicuro che questa area della città possa tornare a essere il cuore pulsante delle attività non solo economiche, ma anche culturali e sociali del centro storico. Abbiamo la responsabilità, come amministratori di questo patrimonio, di stimolare una fase di rinascita fondamentale per chi ha vissuto quei luoghi, ma ancor di più per le nuove generazioni”.
In attesa del termine complessivo dei lavori, intanto, la facciata torna visibile.

Un po’ di storia
L’isolato dei Quattro Cantoni è un complesso edilizio con diverse stratificazioni, formato dalla Biblioteca Provinciale, il Liceo Classico e il Convitto Nazionale. Dal periodo immediatamente successivo alla fondazione dell’Aquila sino all’Ottocento, l’isolato fu appannaggio dell’Ordine francescano, che vi eresse la chiesa di San Francesco a Palazzo con annesso convento. Nelle sue celle, tra il XIV e il XV secolo, ospitò grandi personalità religiose e umanistiche dell’epoca, come Giacomo della Marca e Bernardino da Siena, che vi soggiornò fino alla morte, avvenuta il 20 maggio 1444.
Con la soppressione napoleonica degli ordini religiosi, il complesso rimase inutilizzato fino al 1816 quando vi venne istituito il Real Collegio degli Abruzzi, università statale rimasta attiva fino alla riforma Gentile del 1923. Come conseguenza del progressivo incremento degli studenti, si rese necessaria, nel 1876, prima la costruzione di nuove camerate e successivamente l’edificazione di una nuova ala che andò a soppiantare gli orti conventuali. Contemporaneamente fu abbattuta la chiesa, la cui facciata fu parzialmente ricostruita in piazza Regina Margherita come quinta scenica della Fontana del Nettuno.
All’inizio del XX secolo, il Palazzo del Convitto si presentava pressoché compiuto, anche se privo del secondo piano. Su impulso della Deputazione abruzzese di storia patria, a partire dal 1906 si diede mandato di progettarne la sopraelevazione e l’ampliamento su corso Vittorio Emanuele; tuttavia, a causa dello scoppio della Prima Guerra mondiale, i lavori subirono ritardi e la nuova ala venne inaugurata solo nel 1930.
Nel 1943 il complesso fu occupato dai tedeschi che vi installarono il principale comando provinciale e, dopo la liberazione della città, il 13 giugno 1944 vi fu l’insediamento delle truppe alleate. Dal 1951 vi fece ritorno la Camera di Commercio.
Esternamente il complesso è caratterizzato da tre facciate neoclassiche porticate, mentre l’interno comprende più edifici: la Biblioteca Provinciale Salvatore Tommasi e il Convitto Nazionale Domenico Cotugno, al cui interno è conservata la cella di Bernardino da Siena, unica porzione superstite del convento di San Francesco.
A seguito del terremoto del 2009 il complesso ha riportato gravissimi danni, con un quadro fessurativo di notevole entità. Nell’ala Est del portico del cortile maggiore, le volte a crociera in foglio sono crollate, come pure alcuni tratti della parte alta delle murature; la copertura a due falde riportò, inoltre, il collasso di vaste zone. I danni più evidenti dell’aggregato si sono registrati lungo Corso Federico II. Gli aspetti di vulnerabilità che hanno influito sui danni sono dovuti ai rimaneggiamenti subiti dal complesso nel corso dei secoli, all’organizzazione planimetrica asimmetrica, all’altezza ragguardevole della costruzione e all’assenza, in larghi tratti, di ritegni alla sommità delle murature.