Economia in emergenza

Abruzzo, il commercio e la ripresa che non c’è: il Covid fa crollare i consumi

Covid, è ancora buio pesto per il commercio. Crollano i consumi: la ripresa che ci si aspettava, post lockdown, non c'è stata e migliaia di imprese rischiano la chiusura. I dati

Nessuna Regione è stata risparmiata dalle conseguenze del Covid-19. Neanche l’Abruzzo. Una perdita di oltre 116 miliardi a livello nazionale. Risultato? In Abruzzo sono migliaia le attività commerciali che rischiano di non sopravvivere.

L’allarme scatta forte e chiaro dalle stime elaborate dal rapporto Confcommercio. Secondo l’analisi elaborata nell’anno in corso “perderemo oltre 116 miliardi di consumi e circa 9.5 punti di PIL”, spiega il Presidente di Confcommercio Abruzzo, Roberto Donatelli.

“Alla luce dei dati diffusi dal Centro Studi di Confcommercio Nazionale, che determina un calo di consumi nel settore del commercio abruzzese del 7.9, con una perdita in valore assoluto di 1.614 miliardi, occorre con urgenza un piano di interventi senza precedenti. Solo un intervento massiccio potrà ridare fiducia alle famiglie e garantire adeguato sostegno alle imprese“.

La strada è solo una, altrimenti si spalancherà il fallimento per tantissime imprese, che si ritroverebbero costrette a chiudere per cause di forza maggiore. Piegate da un’epidemia che, pur senza averle contagiate, si ritroverebbe a non aver lasciato scampo a un’economia che da sola non può ripartire. È il senso della parole del presidente Roberto Donatelli, ascoltato dalla redazione del Capoluogo sul tema.

Covid e crollo consumi: serve un Piano straordinario

“Se non arriverà un piano straordinario, questo autunno vedrà migliaia di imprese costrette alla chiusura, soprattutto quelle di piccole dimensioni. Non possiamo permettere che questo accada”, spiega Donatelli. “In Abruzzo abbiamo avuto un calo dei consumi che ha superato il miliardo e mezzo di euro rispetto all’anno precedente, il 2019. Ovviamente il dato negativo arriva dal lockdown: periodo durante il quale i consumatori non hanno avuto possibilità di spendere. Il confronto con i dati 2019 è impietoso: ne viene fuori un evidente stato di crisi in cui ci ritroviamo, a causa dell’emergenza coronavirus”.

Cosa serve allora? “Per tornare a crescere, contando ovviamente sui fondi europei a disposizione, serviranno provvedimenti ben più incisivi e, soprattutto, rapidi nell’applicazione. Il tempo non è nostro alleato, senza considerare poi le tempistiche legate alla burocrazia, problema questo non ancora in via di risoluzione”.

Alle porte dell’autunno, allora, i conti con l’epidemia Covid per l’economia abruzzese sono appena iniziati. E vedono tantissime attività in bilico. “La ripresa che tutti aspettavamo, dai primi dati post riapertura, del resto, non c’è stata. Detto questo, il Decreto Agosto non è assolutamente sufficiente a risollevare tutta la categoria. Servono altre misure specifiche e massicce, in gioco c’è il futuro del comparto commerciale, non solo d’Abruzzo naturalmente. Cominciamo a far leva sui fondi europei”.

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