Le nuove stanze della poesia

Le nuove stanze della poesia, Preghiera sulla pace di Madre Teresa

"Dacci la pace, o Signore, e fa’ che le armi siano inutili". Una poesia di Madre Teresa per l'appuntamento con la rubrica a cura di Valter Marcone.

Tutti conoscono la vita e l’opera di madre Teresa diventata famosa in tutto il mondo per il suo lavoro tra le vittime della povertà di Calcutta. Nel 1979 ha ottenuto il Premio Nobel per la Pace per il suo impegno per i più poveri tra i poveri e il suo rispetto per il valore e la dignità di ogni singola persona. Su madre Teresa molto è stato detto e sul web è possibile trovare fonti di informazioni articolate e complete per cui a quelle fonti rimando il lettore a cui dunque propongo la poesia :”Preghiera sulla pace” con una introduzione solo e soltanto sulla preghiera, attingendo a quello che è il magistero della Chiesa che essenzialmente si ritrova nelle parole i Papa Francesco.

«Se la preghiera, la carità e il digiuno devono maturare nel segreto non sono segreti i loro effetti. Preghiera, carità e digiuno non sono medicine solo per noi, ma per tutti: possono infatti cambiare la Storia in generale e le storie di vita di ognuno di noi . Prima di tutto perché chi ne prova gli effetti, quasi senza accorgersene, li trasmette anche agli altri; e soprattutto perché la preghiera, la carità e il digiuno sono le vie principali che permettono a Dio di intervenire nella vita nostra e del mondo. Sono le armi dello spirito, ed è con esse che, in questa giornata di preghiera e di digiuno per l’Ucraina, imploriamo da Dio quella pace che gli uomini da soli non riescono a costruire». Sono le parole lette del Cardinale Parolin mercoledì delle ceneri di questo anno di guerra 2022 in cui si è tenuta la processione penitenziale dalla chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino, dove si è cominciato con un momento di preghiera, per raggiungere poi la Basilica di Santa Sabina dove appunto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ha presieduto la messa e ha letto l’omelia che Papa Francesco aveva preparato per l’occasione.

Una omelia che contiene una implorazione a Dio perchè disponga il cuore degli uomini alla ricerca della pace, quella giusta, quella vera, quella duratura . Un affanno quello di Papa Francesco nei confronti della pace la cui realizzazione è come il cammino della quaresima . Partendo proprio dal fatto che il rito delle ceneri ci fa riflettere sull’affannosa «ricerca delle ricompense mondane», e ricordandoci che «la mondanità è come polvere, che viene portata via da un po’ di vento»,la Quaresima invece può diventare “altro”. Per esempio un tempo per “essere curati interiormente e per camminare verso la Pasqua, verso ciò che non passa, verso la ricompensa presso il Padre. È un cammino di guarigione.” Non si cambia da un giorno all’altro, ma possiamo riprendere a vivere con uno spirito nuovo. «A questo servono la preghiera, la carità e il digiuno: purificati dalle ceneri quaresimali, purificati dall’ipocrisia dell’apparenza, ritrovano tutta la loro forza e rigenerano un rapporto vivo con Dio, con i fratelli e con sé stessi».
Dunque la preghiera come supporto al cammino quaresimale verso l’incontro con il Cristo risorto, cammino di pace verso un mondo diverso rinnovato , cambiato perchè la pace cambia . Un cammino in entrambi i casi sostenuto e corroborato dalla preghiera come si diceva . Tanto che anche la pace diventa una preghiera . Con lo sguardo rivolto ad un sacrificio d’amore , quello del figlio di Dio fattosi uomo per riscattare proprio la natura umana degradata dal peccato originale . Una preghiera per lasciarsi invadere dalla commovente tenerezza di Dio . Per mettere nelle sue ferite quelle nostre e del mondo. Riscoprire l’essenzialità feconda del dialogo intimo con il Signore. Perché Dio non gradisce le cose appariscenti; ama invece lasciarsi trovare nel segreto. È “la segretezza dell’amore”, lontana da ogni “ostentazione e da toni eclatanti”. D’altra parte sempre lo stesso papa Francesco nell’omelia durante una Messa presieduta a Casa Santa Marta, come riferisce Radio Vaticana, ha affermato che la preghiera è una lotta con Dio. È necessario pregare con libertà e costanza, anche con insistenza, come un dialogo schietto con un amico. E così la preghiera permette di conoscere meglio come Dio è realmente. «La preghiera ci cambia il cuore – ha ribadito – Ci fa capire meglio come è il nostro Dio. Ma per questo è importante parlare con il Signore, non con parole vuote – Gesù dice: “Come fanno i pagani”. No, no: parlare con la realtà: “Ma, guarda, Signore, che ho questo problema, nella famiglia, con mio figlio, con questo, quell’altro… Cosa si può fare? Ma guarda, che tu non mi puoi lasciare così!”. Questa è la preghiera! Ma tanto tempo prende questa preghiera? Sì, prende tempo».

Ed è un tempo necessario e utile a conoscere meglio il Signore, come avviene con un amico. «La Bibbia dice che Mosè parlava al Signore faccia a faccia, come a un amico. Così dev’essere la preghiera: libera, insistente, con argomentazioni. E anche rimproverando il Signore un po’: “Ma, tu mi hai promesso questo, e questo non l’hai fatto …”, così, come si parla con un amico. Aprire il cuore a questa preghiera». A proposito del valore, del senso, del significato, ricordo “Parlare con Dio. Le grandi domande sulla preghiera” un libro di James Martin pubblicato dalla editrice San Paolo nel 2022 .Nella presentazione sulla pagina web dell’editore si legge la presentazione che trascrivo. “James Martin, in questo libro, ci introduce a varie forme di preghiera e di meditazione e ci aiuta a ritrovare il centro dell’orazione, che è semplicemente “parlare con Dio”. A partire da un assunto che sintetizza in questo modo: «A volte i libri parlano di preghiera – pratiche, tecniche, tradizioni – senza dire ciò che i principianti vogliono sapere di più: “Che cosa succede quando una persona prega?”, “Che cosa dovrebbe succedere dentro di me?”, questo Martin aiuta il lettore a non aver paura di porsi le domande essenziali sulla preghiera, così da poter entrare nel colloquio umano divino senza più timori. Con un occhio teso alle persone che sono nuove alla preghiera e, insieme, a incoraggiare le persone che già pregano, Martin risponde alla domanda di fondo che è il centro di ogni nostra relazione intima con Dio, per poi aiutarci a trovare, ciascuno, la propria maniera di pregare, secondo le ricchissime proposte che ci vengono dalla tradizione. “
Dunque il valore e il senso della preghiera in generale e della preghiera in particolare per implorare da Dio la pace. Una preghiera che madre Teresa immagina proprio con le parole di S. Francesco .Infatti nella sua composizione dice “ tutto quello che posso fare e usare le parole di S. Francesco . E quali dunque sono le parole di Francesco . Eccole :

Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace:

dove è odio, fa ch’io porti amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dov’è discordia ch’io porti l’Unione,
dov’è dubbio fa’ ch’io porti la Fede,
dove è l’errore, ch’io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch’io porti la speranza.

Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.

Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto.
Ad essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad amare
Poiché:

Se è Dando, che si riceve.
Perdonando che si è perdonati;
Morendo che si risuscita a Vita Eterna.

Amen.
Una preghiera straordinaria che fa il paio con la preghiera recitata da papa Francesco al termine dell’udienza generale nell’Aula Paolo VI del 16 marzo 2022 . Il Pontefice ha recitato la preghiera “Gesù nato sotto le bombe di Kiev” composta dal vescovo di Napoli mons. Mimmo Battaglia.
“Cari fratelli e sorelle, nel dolore di questa guerra facciamo una preghiera tutti insieme chiedendo al Signore il perdono e chiedendo la pace. Pregheremo con una preghiera che scrisse un vescovo italiano: ‘Perdonaci la guerra, Signore. Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori! Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi! Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi! Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi! Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi! Perdonaci Signore, perdonaci se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi. Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte. Perdonaci, Signore, perdonaci se continuiamo ad uccidere nostro fratello, se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele. Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti. Perdonaci la guerra, Signore. Perdonaci la guerra, Signore. Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo! Ferma la mano di Caino! Illumina la nostra coscienza, non sia fatta la nostra volontà, non abbandonarci al nostro agire! Fermaci, Signore, fermaci! E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello. O Signore, poni un freno alla violenza! Fermaci, Signore! Amen”.
Ecco allora per concludere il testo della composizione di Madre Teresa “Preghiera sulla pace”. Una composizione nella quale Madre Teresa confessa di non possedere parole per implorare la pace e vorrebbe chiederle in prestito a S. Francesco. Al santo sempre presente nella sua vita e nei suoi pensieri tanto che nel discorso di accettazione in occasione del conferimento del premio per la pace ,così richiama proprio il suo amore per il poverello di Assisi : “ Poiché ci troviamo qui riuniti insieme penso che sarebbe bello per ringraziare Dio per il premio Nobel per la pace che pregassimo con una preghiera di S. Francesco d’Assisi che mi sorprende sempre molto – noi diciamo questa preghiera ogni giorno dopo la Santa Comunione, perché è molto adatta a ciascuno di noi, e penso sempre che quattro-cinquecento anni fa quando S. Francesco d’Assisi compose questa preghiera dovevano avere le stesse difficoltà che abbiamo oggi, visto che compose una preghiera così adatta anche a noi.
Penso che alcuni di voi ce l’abbiano già, dunque pregheremo insieme. Ringraziamo Dio per l’opportunità che abbiamo tutti insieme oggi, per questo dono di pace che ci ricorda che siamo stati creati per vivere quella pace, e Gesù si fece uomo per portare questa buona notizia ai poveri. Egli essendo Dio è diventato uomo in tutto eccetto che nel peccato, e ha proclamato molto chiaramente di essere venuto per portare questa buona notizia. La notizia era pace a tutti gli uomini di buona volontà e questo è qualcosa che tutti vogliamo – la pace del cuore – e Dio ha amato il mondo tanto da dare suo Figlio – è stato un dono – è come dire che a Dio ha fatto male dare, perché ha amato tanto il mondo da dare suo Figlio, e lo dette alla Vergine Maria, e lei allora che cosa fece? Appena arrivò nella sua vita, fu subito ansiosa di darne la buona notizia, e appena entrò nella casa di sua cugina, il bambino – il bambino non ancora nato – il bambino nel grembo di Elisabetta, sussultò di gioia. Era un piccolo bambino non ancora nato, fu il primo messaggero di pace.”

Preghiera sulla pace
O Signore,
c’è una guerra
e io non possiedo parole.
Tutto quello che posso fare
è usare le parole
di Francesco d’Assisi.
E mentre prego
questa antica preghiera
io so che, ancora una volta,
tu trasformerai la guerra in pace
e l’odio in amore.
Dacci la pace,
o Signore,
e fa’ che le armi siano inutili
in questo mondo meraviglioso.

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