Alessandro Preziosi torna al Tsa con il suo Totò oltre la maschera: “Ho voluto L’Aquila, ho scelto di amarla”.
“Amo L’Aquila e sono sempre contento di tornare: ho scelto L’Aquila, ho scelto di amarla”. È una dichiarazione d’amore in piena regola quella di Alessandro Preziosi, già direttore del Tsa dal 2011 al 2014, che è tornato in questi giorni in città con il suo “Totò oltre la maschera”, con Daniele Bonaviri alla chitarra. Lo incontriamo al Ridotto del Teatro Comunale nella pausa tra le ultime prove e lo spettacolo serale. Sempre gentile, cordiale, spiritoso, nonostante la stanchezza. E soprattutto, molto profondo: un uomo che ha un vero rispetto per il proprio lavoro e per quello altrui.
Come è nata l’idea di uno spettacolo su Totò?
“L’idea di uno spettacolo nasce sempre da qualcosa di molto lontano nella memoria. Totò era ben impresso nella mia memoria, ma lo conoscevo da un solo punto di vista, cioè quello dello spettatore. Poi un giorno ho letto per caso un’intervista di Oriana Fallaci a Totò e da questa è nata l’idea e, quindi, lo svolgimento dello spettacolo”.
Ti ricordi il primo film che hai visto di Totò?
“Magari me lo ricordassi, sarebbe un momento epocale! Il primo incontro con un grande attore ti segna sempre dentro. Infatti, ricordo bene il primo film che ho visto di Massimo Troisi, Non ci resta che piangere con Roberto Benigni. Forse il primo film di Totò l’ho visto quando ero troppo piccolo. Però posso dirti il mio film preferito: Totò Diabolicus”.
Cosa hai scoperto su Totò nelle tue ricerche per questo spettacolo?
“Ho scoperto che era un uomo profondamente solo, amava essere solo. Era un gran pensatore. Lo immagino solo in un acquario, come un pesciolino rosso molto speciale. Credo che Totò fosse un uomo non triste, ma di grande spessore umano e gli uomini di grande spessore umano hanno bisogno di stare da soli”.
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Sei contento di essere tornato a L’Aquila?
“Per me tornare a L’Aquila è sempre un momento speciale. Pur non essendo aquilano, ho dedicato molti anni della mia vita a L’Aquila. È una città che ho voluto, che ho scelto di amare“.
Qual è il tuo ricordo più bello di questa città?
“Sei tu. A parte gli scherzi, ce ne sono tanti, tutti sono momenti importanti. Adesso porterò con me anche il ricordo di questa intervista, perché tu sei un ragazzo giovane e rappresenti il nuovo, la nuova generazione”.
Preferisci fare l’attore o il regista?
“Il dilettarsi nella regia non è paragonabile al fare l’attore. La regia per me è anche una grande fatica, ecco perché la faccio così poco. Mi sento soprattutto un attore“.
Quale consiglio vorresti dare ai giovani che vogliono intraprendere questa carriera artistica?
“Di leggere molto. Credo che la lettura sia la migliore avventura del pensiero che un artista possa avere. È fondamentale per formarsi e crescere”.
