Necrologio

Addio allo storico Raffaele Colapietra

Si è spento il professor Raffaele Colapietra, storico aquilano. Aveva 92 anni. 

Si è spento il professor Raffaele Colapietra, storico aquilano. Aveva 92 anni.

L’Aquila dice addio a Raffaele Colapietra, studioso e storico aquilano, professore universitario in quiescenza fin dagli anni ’90. Si era ritirato a vivere nella sua abitazione aquilana, che non aveva voluto lasciare neanche nell’immediato post sisma. Molto legato alla sua città, non perdeva mai l’occasione di esprimere il suo pensiero, senza risparmiare critiche verso chi aveva scelto di abbandonarla e sottolineando la stasi culturale iniziata, a suo dire, ben prima del sisma del 2009. 
Nel 2020 aveva ripercorso la storia della città dell’Aquila nel libro “Intervista sull’Aquila”, curato da Marta Vittorini.
La sua figura e il suo nome sono principalmente legati alla biografia politica di Benedetto Croce, pubblicata in due volumi tra il 1969 e il 1971.

Ai familiari di Raffaele Colapietra le condoglianze della redazione del Capoluogo, che oggi lo ricorda con le sue parole: quelle della storia che fu e di una città che aveva amato profondamente e che conosceva in ogni dettaglio. Qui un’intervista realizzata e pubblicata dal Capoluogo.it, nel 2011: lo storico Raffaele Colapietra aveva raccontato ai nostri microfoni la storia dei Quarti dell’Aquila.  “Per costruire il Palazzo delle Poste, eravamo negli anni ’20 del Novecento, è stata aperta quella che è la 15esima strada, che sostituisce la vecchia Malacucina. Questo per dare il senso della centralità di questo spazio su cui si affacciano tre dei Quattro Quarti”.

Chi era Raffaele Colapietra

Informazioni bibliografiche dalla Deputazione abruzzese di Storia Patria – Raffaele Colapietra è nato all’Aquila nel 1931, si è laureato a Roma nel 1952 con una tesi in Letteratura italiana, relatore Natalino Sapegno, sulla prosa di Galilei, che gli è valsa l’ottenimento di una una borsa di studio presso l’Istituto italiano per gli studi storici fondato a Napoli da Benedetto Croce, per il successivo anno accademico.
Ha insegnato come titolare di materie letterarie nella scuola media inferiore dal 1956 al 1966 a Torre Annnunziata, Portici e Roma.
Libero docente in Storia del Risorgimento nel 1965, ha insegnato Storia dei partiti e movimenti politici nella facoltà di Magistero di Messina e dal 1969 al 1990 prima la medesima materia e subito dopo, ed a lungo, Storia moderna nella facoltà di Magistero di Salerno, tornando nel frattempo a insegnare Storia dei partiti e movimenti politici per supplenze biennali nelle facoltà di Scienze politiche di Catania e Teramo.
Nel 1990 si è volontariamente dimesso dall’università e, in quiescenza, si è ritirato a vita privata, senza aver fatto parte né prima né in seguito di alcuna società o accademia se non della Deputazione abruzzese di Storia patria in qualità di socio e poi di deputato, rispettivamente dal 1966 e dal 1973. Nell’anno 2004, nella ricorrenza della nascita della sua defunta madre, Enzo Fimiani ed Errico Centofanti hanno curato Raffaele Colapietra l’uomo lo studioso il cittadino (L’Aquila, 2004) da cui si ricava l’essenziale per intendere ciò che precede, arricchito da una bibliografia di 1336 voci complessive.

In ambito nazionale vanno segnalate le seguenti opere maggiormente significative:

  • Leonida Bissolati (Milano, 1958),
  • Il Novantotto. La crisi politica di fine secolo 1896-1900 (Milano-Roma, 1959),
  • Vita pubblica e classi sociali nel Viceregno napoletano 1656-1734 (Roma, 1961),
  • Napoli tra dopoguerra e fascismo (Milano 1962),
  • La Chiesa tra Lamennais e Metternich. Il pontificato di Leone XII (Brescia, 1963),
  • La formazione diplomatica di Leone XII (Roma, 1965),
  • Felice Cavallotti e la democrazia radicale in Italia (Brescia, 1966),
  • Benedetto Croce e la politica italiana, voll. 2 (Bari Santo Spirito, 1969 e 1970),
  • La lotta politica in Italia dalla liberazione di Roma alla Costituente (Bologna, 1969),
  • La dogana di Foggia: storia di un problema economico (Bari Santo Spirito, 1972),
  • Problemi monetari negli scrittori napoletani del Seicento (Roma, 1973),
  • Storia del Parlamento italiano, voll. VIII e IX (Palermo, 1975 e 1976),
  • 1915-1945. Trent’anni di vita politica nel Molise (Campobasso, 1975),
  • La Capitanata nel periodo fascista 1926-1943 (Foggia, 1978),
  • L’amabile fierezza di Francesco d’Andrea. Il Seicento napoletano nel carteggio con Gian Andrea Doria (Milano, 1981),
  • I Sanseverino di Salerno. Mito e realtà del barone ribelle (Salerno, 1985),
  • Errico De Marinis: dalla sociologia alla politica (Salerno, 1994),
  • Baronaggio, umanesimo e territorio nel Rinascimento meridionale (Napoli, 1999).

In ambito regionale abruzzese vanno segnalate le seguenti opere maggiormente significative:

  • La Cassa di Risparmio dell’Aquila 1859-1960 (Napoli, 1973, rist. L’Aquila, 2010),
  • Fucino ieri 1878-1978,(Avezzano, 1978, rist. 1989),
  • L’Aquila dell’Antinori. Strutture sociali ed urbane della città nel Sei e Settecento, voll. 2 (L’Aquila, 1978, rist. 2002),
  • Pescara 1860-1960 (Pescara, 1980),
  • Spiritualità coscienza civile e mentalità collettiva nella storia dell’Aquila (L’Aquila, 1984, rist. Lanciano 2009),
  • Gli Aquilani d’antico regime davanti alla morte 1535-1780 (Roma, 1986),
  • Palazzi storici e piazze d’Abruzzo (Cerchio, 1995),
  • Per una rilettura socio-antropologica dell’Abruzzo giacobino e sanfedista (Napoli, 1995),
  • Mario Chini l’opera, l’autobiografia, il carteggio (Messina, 2006),
  • C’è modo e modo di essere aquilano, voll. 2 (Salerno, 2006),
  • Antonio Panella e la cultura storica toscana del Novecento (Messina, 2010).
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I messaggi di cordoglio

“L’Aquila perde uno dei suoi figli più illustri: ci ha lasciato lo storico Raffaele Colapietra; era nato di mercoledì, il 24 novembre 1931, alle 10 di sera in via Cascina, nel quarto di Santa Maria, battezzato in Santa Maria Paganica, con radici dunque molto profonde in città amava raccontare. Una perdita incolmabile: lo storico e studioso è stato un simbolo di indipendenza intellettuale e di spessore civile.
Colapietra ha attraversato un pezzo di storia dell’Aquila, di cui conosceva vizi e virtù, corsi principali e stretti vicoli, piazze, cortili di palazzi nobiliari e chiostri che ne raccontano secoli di vita. Docente di storia moderna presso l’Università di Salerno fino al 1990, Colapietra ci ha donato saggi fondamentali sulla storia sociale e sulle classi dirigenti del Mezzogiorno italiano in età moderna e contemporanea, occupandosi, con passione, della Napoli vicereale, di Masaniello, della transumanza nonché dei partiti politici italiani fra XIX e XX secolo”, la nota di cordoglio del PD L’Aquila.

“All’Abruzzo e alla sua L’Aquila in particolare ha dedicato diverse monografie, oltre a numerosi articoli. Insignito dall’Università degli studi D’Annunzio dell’Ordine della Minerva, fu tra i simboli del post terremoto, fieramente unico nel voler continuare ad abitare la sua casa in centro città sebbene gravemente lesionata dal sisma del 6 aprile 2009. Vogliamo ricordarlo con le sue parole, parole di amore per la città dell’Aquila che non aveva mai voluto celebrare in modo vuoto e retorico:
“La sorte ha fatto sì che io non avessi, nella mia lunga vita, il conforto di una vicinanza femminile giovanile: non ho avuto una sorellina, non ho avuto una figlioletta da proteggere. Questo è stata L’Aquila per me, una figlioletta da difendere: rispetto all’Aquila, sono sempre stato nella posizione di chi deve aiutarla, e non mi sono mai inebriato delle sue magnifiche sorti e progressive; la città deve essere innanzitutto amata e rispettata, non glorificata in forme dissennate altrimenti si perde il senso delle proporzioni e si sfiora il ridicolo. E che debba essere ridicolizzata mia figlia, mia sorella, santo iddio proprio no. L’aquilanitas è la cosa più vuota che possa esistere, una espressione astratta, senza senso, di cui purtroppo si fa largo uso. Piuttosto, avrei voluto che le cose veramente aquilane venissero valorizzate, che si conoscesse meglio la storia della città”.
Proveremo a trarre ancora insegnamento dal suo pensiero. Per ora, grazie Professor Colapietra. Addio”, conclude la nota del PD.

Il ricordo del senatore Guido Quintino Liris.Se ne va un pezzo di storia dell’Aquila e un custode della storia stessa della città, un personaggio spigoloso che non ha mai risparmiato critiche alla sua stessa comunità, a partire dalla classe dirigente”.
“L’Aquila perde un suo illustre cittadino, patrimonio di saperi che non si è mai sottratto di condividere soprattutto con le nuove generazioni a cui trasmetteva, in ogni occasione e fino all’ultimo, tutte le conoscenze acquisite in una vita sui libri”.

 

 

 

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