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‘In Abruzzo tre reati ambientali al giorno’

Alla vigilia dell’ottavo anniversario dell’entrata in vigore del protocollo di Kyioto e a due settimane dalle elezioni, le associazioni ambientaliste abruzzesi lanciano un appello affinché «l’ambiente rappresenti la chiave di volta delle scelte economiche e sociali del futuro Governo», perché «é indispensabile un patto basato su un nuovo paradigma che consideri inscindibili la dimensione ecologica e quella economica e sociale dello sviluppo».

L’appello, sottoscritto a livello nazionale da Legambiente, Wwf, GreenPeace, Touring Club, Cai, Fai e Federazione Pro Natura e rilanciato a livello locale in base alle priorità del territorio, è stato presentato stamani a Pescara.

All’incontro, stando a quanto riferito dalle associazioni, erano stati invitati anche i candidati, ma l’unica ad aver partecipato, in rappresentanza del Pd, è stata Francesca Ciafardini candidata al Senato.

In particolare, i settori su cui si concentra l’iniziativa delle associazioni sono quelli dell’energia, dei trasporti, delle infrastrutture, dell’agricoltura, della tutela e valorizzazione della biodiversità e dei beni culturali.

«Sino ad oggi – affermano gli ambientalisti – è mancata la consapevolezza che la salvaguardia delle risorse ambientali e storico-culturali non solo è una necessità volta a superare l’attuale declino, ma è anche e soprattutto una fondamentale risorsa per un nuovo modello di sviluppo».

Dieci le priorità che le associazioni segnalano ai candidati: elaborare una ‘road map’ per l’uso efficiente delle risorse ed ‘uscire’ dal petrolio; adeguata programmazione nei diversi settori economici e varo del parco nazionale della costa teatina; ridurre le emissioni di gas serra; interventi di bonifica, a partire da soluzioni efficienti per le discariche di Bussi; prevenire il consumo del suolo; definire il piano pluriennale di adattamento ai cambamenti climatici; ridurre l’uso dei prodotti chimici e impedire la coltivazione di Ogm; varare un piano della qualità per il settore turistico; garantire un’adeguata tutela penale dell’ambiente.

«L’Abruzzo registra una media di tre reati ambientali al giorno, con il rischio di infiltrazioni mafiose nell’economia, in particolare nel settore delle costruzioni e della ricostruzione aquilana», si legge in uno dei passaggi dell’appello che le associazioni ambientaliste abruzzesi hanno lanciato ai candidati alle prossime elezioni politiche.

Per quanto riguarda l’«eccessivo consumo del suolo», secondo gli ambientalisti, l’Abruzzo fa registrare «una superficie urbanizzata di oltre 52mila ettari e un tasso di crescita del 9% negli ultimi dieci anni superiore alla Lombardia e al Veneto».

Nella regione, inoltre, «insistono 35mila edifici costruiti in aree ad elevato rischio, su un totale di 178 Comuni a rischio idrogeologico».

«L’Abruzzo – ricordano, infine, le associazioni – ha una situazione precaria per quanto riguarda la qualità dell’aria in un’ampia fetta del suo territorio e questo incide negativamente sulla salute e sulle condizioni di vita dei cittadini, nonché sulle potenzialità turistiche: non è più tollerabile un atteggiamento di lassismo e di perenne attesa».