I passi possibili sono tutti politici. La scelta del dov’era com’era è stata un disastro. I prossimi 5 anni saranno focali per le sorti della nostra città.
In questo momento è una città che non ha più un’anima. Prima del terremoto l’economia del capoluogo di Regione si basava principalmente sull’Università, sulla Sanità, sul Pubblico Impiego e sul Turismo, anche se in minima parte.
Il sisma del 2009 ha cancellato tutto questo e la mancata programmazione politica ha fatto il resto. La filosofia del dov’era com’era è stata un vero e proprio disastro.
I passi possibili adesso sono tutti politici. Non c’è una cura da inventarsi.
I prossimi 5 anni saranno focali per le sorti della nostra città.
Dobbiamo ripartire dagli elementi che caratterizzavano L’Aquila, analizzare dove sia andata, o meglio non andata, in questi 9 anni e, poi, immaginare una nuova città. Tra un lustro L’Aquila sarà la città più moderna e sicura d’Italia, ma quanti aquilani vivranno a L’Aquila tra un lustro?».
La video-intervista a David Filieri:
Intervista video di promozione elettorale