“Il telefonino e il computer in questo periodo di tempo sono stati l’unica valvola di sfogo per tutti, non solo per i ragazzi – spiega Marcello Di Giacomo – oggi dobbiamo fare i conti con le conseguenze. Noi che abbiamo qualche anno di più forse siamo anche più strutturati, ma dobbiamo pensare a loro, ai ragazzi, motore pulsante del futuro e del mondo. Cosa possiamo fare per aiutarli? Innanzitutto non dobbiamo generalizzare in ogni caso. I ragazzi non sono tutti uguali – per fortuna – tanti sono bravissimi e hanno voglia di fare, di divertirsi, hanno voglia di riappropriarsi del centro storico dell’Aquila in maniera sana ed equilibrata”.